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FORUM EUROPEO MILANO


Palalido e università degli studi di Milano-Bicocca
Nel Forum Umanista Europeo, che si terrà a Milano il 17, 18 e 19 ottobre del 2008, i popoli d'Europa si incontreranno per lavorare alla costruzione di un’Europa aperta al futuro, diversa, accogliente, nonviolenta e solidale, capace di aprire i nuovi orizzonti e i nuovi cammini che l’essere umano ha bisogno di percorrere e di dare il proprio apporto alla nascita della Nazione Umana Universale.
I governi europei sostengono di voler “promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei loro popoli“, ma poi partecipano alle guerre scatenate dagli Stati Uniti e non si oppongono alla nuova, folle corsa agli armamenti nucleari; lo scontro tra le culture è fomentato a detrimento del dialogo e della cooperazione, mentre si rafforzano i fanatismi e il razzismo; l'avidità e il miope egoismo dei potenti stanno distruggendo le risorse ambientali e il futuro delle giovani generazioni. I sogni di progresso, uguaglianza e sicurezza si sono tradotti in affari per pochi e in debiti per la maggioranza. Autoritarismo, manipolazione dell'opinione pubblica ed esclusione dei cittadini dalle decisioni sono prassi quotidiana nell’esercizio del potere.
Coloro che governano il nostro continente non possono immaginare un futuro diverso da quello che consente loro la legge del mercato, alla quale restano incatenati. Essi ormai non rappresentano più i popoli d'Europa, nei quali sta cominciando a manifestarsi una nuova sensibilità.
Esiste un movimento sociale nascente, che sta iniziando a prendere coscienza di se stesso. Questo movimento rifiuta la violenza, spinto da un forte impulso morale.
Tale rifiuto implica non solo l’impegno contro tutte le forme di violenza, che stanno producendo dolore e sofferenza in Europa e nel mondo, ma anche la scelta della nonviolenza come metodologia d’azione.
Nella crisi globale che sta attraversando l’umanità, la nonviolenza non è più soltanto una possibile alternativa, ma è una necessità. Non esiste altra via d’uscita per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo dell’umanità e realizzare un mondo senza violenza.
Il cammino verso la nonviolenza è un percorso intenzionale, che richiede un profondo cambiamento personale, la riconciliazione con se stessi e con gli altri, imparando a trattare gli altri come si vorrebbe essere trattati. A livello sociale, implica la ricerca di mezzi nuovi e creativi per risolvere i conflitti, nella prospettiva di superare completamente la violenza in tutte le sue forme di espressione.
Nel Forum Umanista Europeo, che si terrà a Milano nell’ottobre del 2008, i popoli d'Europa si incontreranno per lavorare alla costruzione di un’Europa aperta al futuro, diversa, accogliente, nonviolenta e solidale, capace di aprire i nuovi orizzonti e i nuovi cammini che l’essere umano ha bisogno di percorrere e di dare il proprio apporto alla nascita della Nazione Umana Universale, la nuova civiltà planetaria libera dalla violenza.


PROGRAMMA
Venerdì 17 settembre 15.00 - 16.30 Palalido-Discorsi introduttivi sulla nonviolenza come unica via d'uscita dalla crisi attuale.
-Saluti delle personalità e delle delegazioni presenti

Venerdì 17 settembre 17.00 - 19.00 Palalido
-"Fermare la guerra nucleare. Il ruolo dell'Europa"



Sabato 18 dalle 11.00 alle 19.00 Università degli studi di Milano - Bicocca
Tavole rotonde :
"Uscire dalla crisi ambientale: clima, risorse ed energie rinnovabili, decrescita."
"Scudo anti-missilistico e militarizzazione dell’Europa"
"Una soluzione non violenta al conflitto Palestina-Israele"
"La forza del dialogo : prove di convivenza nella civiltà planetaria."
"Proiezione del film "Jenin Jenin" di Mohammad Bakri
"Psicofarmaci e nuove generazioni"
"Conferenza-esperienza sulla Spiritualità nella vita quotidiana"
"Meditazione interreligiosa"
"Arte del disarmo, conferenza-esperienza multisensoriale"
"Rinascita del Divino Femminile"
"Violenza fuorigioco"
"Banche armate"
Economia e spiritualità o "L'etica del nuovo ordine"
"La nonviolenza, l'unica forza che trasformerà il mondo"

Dalle 11.00 alle 19.00 Università degli studi di Milano - BicoccaTavoli di lavoro delle aree tematiche con conferenze e iniziative annesse


21.30
Palalido Spettacolo di cabaret

Domenica 19 settembre ore 11.00 PalalidoElaborazione delle sintesi dei tavoli

Domenica 19 settembre ore 15.00 - 19.00 Palalido Sessione plenaria
"Oltre la giustizia, al di là della vendetta. Testimonianze di chi ha trasformato il dolore in impegno sociale e nuova umanità"

Con La partecipazione di :

Luisa Morgantini Italia - Vice-presidente del Parlamento Europeo
Ottavia Piccolo Italia - attrice
Maria Cuffaro Italia - giornalista
Giulietto Chiesa Italia - Europarlamentare
Giovanni Impastato Italia - Associazione Peppino Impastato - Casa Memoria di Cinisi
Paolo Bolognesi Italia - Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980
Rita Borsellino Italia - Progetto L'altra Storia
Esteban Elmer Catarina Bolivia - Ambasciatore della Bolivia in Italia


AVVOCATO


Cari Lettori, care Lettrici,
Anzitutto vorrei ringraziare quelli di voi che mi hanno scritto, dimostrando il loro interesse e la loro fiducia in questa rubrica legale. Un altro ringraziamento va sicuramente a tutti coloro che vorranno scrivermi.
Ho deciso di pubblicare su questo numero la risposta alla domanda di un lettore che mi chiede cosa è cambiato e cosa cambierà in materia di immigrazione, per effetto del “decreto sicurezza” di cui tanto si è parlato e discusso in questi ultimi mesi.
Il 24/07/2008, “decreto sicurezza” è stato, infatti, convertito in legge (Legge n. 125/2008), con alcune modifiche rispetto all’originale che prevedeva, tra gli altri, il reato di “immigrazione clandestina”.
Con la nuova legge, per lo straniero presente irregolarmente in Italia e che commette un reato, le pene sono aumentate di un terzo. L’aggravante verrà applicata sia agli extracomunitari che ai cittadini degli Stati membri dell’Unione europea, irregolarmente presenti in Italia.
Tutti gli stranieri che siano stati condannati a una pena superiore a due anni (fino ad oggi era di 10 anni) saranno espulsi. Viene, inoltre, introdotta l’espulsione immediata per gli stranieri comunitari o clandestini che delinquono o (comunitari, dopo due mesi di permanenza nel nostro Paese) che non sono in grado di dimostrare una fonte lecita di guadagno. Per questi è previsto il rito per direttissima ed è abolito il patteggiamento in fase di appello.
Viene, poi, introdotto un nuovo reato, finalizzato a reprimere una forma di favoreggiamento al permanere sul territorio nazionale, da parte di immigrati irregolari.E’, infatti, punito con il carcere da 6 mesi a 3 anni e con la confisca dell’immobile (salvo che appartenga a persona estranea al reato), chiunque ceda a titolo oneroso un immobile di cui abbia la disponibilità, ad un cittadino straniero irregolarmente soggiornante nel territorio dello Stato (restano fuori le badanti e colf alloggiate nelle case dei datori di lavoro). Le somme di denaro ricavate dalla vendita, ove disposta, dei beni confiscati sono destinate al potenziamento delle attività di prevenzione e repressione dei reati in tema di immigrazione clandestina.
Avv. Francesca Marzullo
cambiodirezione.avvocato@yahoo.it
casella postale: cambiodirezione – Via Sebino 5 – 20137 Milano

CAMPAGNA IL PROSSIMO SONO IO


Una ragazza nigeriana viene fermata in una retata anti-prostituzione e poi fotografata al comando della polizia municipale di Parma. Arrabbiata, spaventata e infine esausta. Rannicchiata a terra, mezza nuda, sporca di polvere sul pavimento di una cella di sicurezza.
Questa foto è una delle innumerevoli rappresentazioni della “caccia alle streghe” che è cominciata con il decreto-sicurezza promulgato dal governo e che prosegue con ordinanze assolutamente anti-costituzionali di sindaci-sceriffi a cui lo stesso governo ha dato ulteriori poteri.
Così si allunga la lista dei divieti: vietato chiedere l’elemosina, vietato lavare i vetri delle auto ferme al semaforo, vietato rovistare nei cassonetti, tutte attività che, nelle menti ridicole di chi ci governa, prima di essere segnali di povertà, sono soprattutto atti criminali. Il risultato è la criminalizzazione di chi avrebbe bisogno invece di aiuto.

Ora si stanno scagliando contro i migranti, i poveri e le prostitute. Domani?

Manifestazione nazionale antirazzista a Roma il 4 ottobre

È il momento di reagire alle logiche e ai molteplici atti di razzismo istituzionale e diffuso – che arrivano ad attaccare e mettere in discussione la vita stessa – per vivere meglio ed essere tutti più liberi.
Le misure proposte dal governo Berlusconi, che ipotizzano il reato di “clandestinità aggravano e alimentano il razzismo.
Il riconoscimento della nostra comune umanità motiva una forte mobilitazione diretta e unitaria per affermare solidarietà e accoglienza per tutti.

• Contro tutti i razzismi
• Basta stragi nei mari ! Libera circolazione per tutti !
• Per la libertà e la sicurezza di tutti: solidarietà e accoglienza
• Ritiro immediato del “pacchetto sicurezza” del governo e chiusura dei C.P.T.
• Contro la direttiva della UE sul rimpatrio
• Contro le logiche repressive, criminali, discriminatorie e di sfruttamento da qualunque parte provengano

Info e adesioni : stoprazzismo@libero.it ; 055-2302015, 06-70302626,334-7274379; http://4ottobre2008.bloog.it

Manifestazione autofinanziata, sostienila!
versamenti c/c postale Cib Unicobas n° 40899007 causale “4 ottobre”

CONDOMINIO: REVOCA E NOMINA DI UN NUOVO AMMINISTRATORE CONDOMINIALE


“Art. 1129 codice civile - Nomina e revoca dell'amministratore:
Quando i condomini sono più di quattro, l'assemblea nomina un amministratore. Se l'assemblea non provvede, la nomina è fatta dall'autorità giudiziaria, su ricorso di uno o più condomini. L'amministratore dura in carica un anno e può essere revocato in ogni tempo dall'assemblea”

L'amministratore, quindi, può essere revocato e cambiato in qualsiasi momento.
Tuttavia, a seconda di quando termina il mandato dell’amministratore, sarebbe il caso che lo stesso fosse portato a termine, questo per consentire una corretta chiusura del bilancio di rendiconto e perchè non è mai auspicabile un passaggio di consegne, da vecchio a nuovo amministratore, nel caso mancassero pochi mesi alla chiusura d'esercizio contabile.
L'amministratore in carica quando presenterà il rendiconto di fine esercizio contabile, presenterà contemporaneamente anche le sue dimissioni, o in alternativa in quella specifica sede l’assemblea condominiale non gli rinnoverà l'incarico, approvando il bilancio consuntivo, se è trasparente (1/3 degli intervenuti all'assemblea e 333,34 mill.), e nominando un nuovo amministratore di fiducia, fissandone anche il compenso.
Le maggioranze, in prima ed in seconda convocazione, per la nomina dell'amministratore e per la revoca, sono le seguenti: 50% + 1 degli intervenuti all'assemblea che rappresentino 500 millesimi di proprietà.

La volontà di revoca dell’amministratore di condominio è un evento che si verifica di frequente in caso di nuove costruzioni, ove l’amministratore viene nominato (per ragioni di comodità) dal costruttore stesso, manifestando un indubbio conflitto d’interessi nel caso si manifestino controversie o problematiche relativamente a difetti o vizi nella costruzione.
Anche in questi casi l’amministratore, qualora i condomini non si sentano rassicurati nella tutela dei propri interessi, può essere comunque revocato in ogni tempo dall'assemblea, a norma dell'art. 1129 cod.civ, il quale è inderogabile (anche nel caso venisse citata una sua presunta inapplicabilità nel contratto di nomina stipulato tra l’Amministratore e l’Impresa costruttrice).


Dott. Giulio Benedetti - Studio Benedetti Dottori Commercialisti

info@studiobenedetti.eu

COS'E' IL PROGETTO PROVIAMOCI ANCORA


E' un' iniziativa volta al sostegno di persone affette da disagi psichici che vivono all'interno del quartiere. Molti di questi individui vivono in solitudine, in abitazioni fatiscenti, o insieme a genitori anziani e malati. Il progetto sperimenta un modello di aiuto che parte dalla storia di ogni singola persona, dalle sue problematiche ed esigenze e va ad integrare la rete di servizi già esistente, soprattutto raccordandosi al C.P.S. Di viale Puglie.
“Proviamoci ancora” è finanziato dal Comune di Milano in collaborazione con l'ospedale Fatebenefratelli e l'istituto bancario Cariplo. Gli obiettivi del progetto prevedono il contrasto alla cronicizzazione della malattia attraverso sostegno e accompagnamento costante; azioni concrete di miglioramento delle abitazioni; ricollocamento delle persone affette da disagio all'interno della comunità; nonché la promozione di cultura corretta di relazioni solidali promuovendo forme di incontro e relazione, di conoscenza e comunicazione all'interno del quartiere. Il raggiungimento di tali obiettivi è previsto attraverso l'organizzazione di attività come corsi di informatica, laboratori del legno e gruppi di auto-aiuto sia rivolti a donne che a uomini; oltre a questo è previsto anche un aiuto concreto riguardante il pagamento delle bollette e l'accompagnamento negli spostamenti, affinchè queste persone si sentano più integrate all'interno della società e avvertano in modo meno opprimente la solitudine. Nella speranza di rendere ognuno più indipendente e garantirgli condizioni di vita migliori affinchè possa, un giorno dopo l'altro, avvicinarsi sempre più a condizioni di vita serene e soddisfacenti

INTEGRAZIONE: UNA RISORSA PER IL PAESE


Il problema dell’integrazione dei cittadini stranieri in Italia quanto è lontano dall’essere risolto?
Cerchiamo di capirlo grazie all’aiuto di Faustin Bille Eboa, cittadino camerunese residente nel nostro Paese dal Settembre 2001.
Signor Bille, cosa ci può dire riguardo il suo primo impatto con la popolazione italiana? Come è stato accolto in realtà?
Premetto che la mia storia è diversa dalle solite. Infatti sono stato invitato dal Teatro “Spazio della memoria” qui a Milano per un tirocinio. Erano estremamente premurosi ed organizzati, inoltre provvedevano al vitto, alloggio e spese base. Il tirocinio è durato tre mesi durante i quali non ho avuto alcun tipo di problema. Contemporaneamente ho cominciato a studiare l’italiano, di cui all’inizio non avevo alcuna conoscenza. Devo ammettere che l’impatto è stato sicuramente positivo e questo ha agevolato la mia integrazione i primi tempi.
E’ stato difficoltoso ottenere il permesso di soggiorno?
Ottenere il permesso di soggiorno non è stata mai una cosa facile. Il problema è il discorso delle leggi che complicano un po’ tutto. Il fatto di ottenere il permesso è legato ad un contratto stipulato con un datore di lavoro. Pare che ci fosse una legge per la quale non era possibile lavorare senza permesso di soggiorno, ma contemporaneamente non era possibile ottenere il permesso di soggiorno senza un contratto di lavoro; queste due leggi che si contrapponevano hanno implicato veri problemi per me. Per fortuna nel 2001-2002 arrivò la legge Bossi – Fini di sanatoria, quindi ebbi la possibilità di regolarizzarmi grazie anche al mio datore di lavoro (lavoravo infatti in un bar di Via Solferino) che fece richiesta per il mio permesso di soggiorno. La procedura fu molto lunga purtroppo, e tuttora sto ancora aspettando da più di un anno per il rinnovo.
Qual è il suo lavoro attuale?
Per essere preciso, sono un tecnico informatico specializzato in hardware. Da circa due anni sono un lavoratore autonomo e credo che questo sia meglio per un tipo come me, pieno di grinta e di voglia di andare avanti. Nel mio caso, non è stato facile inizialmente ottenere un lavoro presso qualche azienda, sia perché il mercato del lavoro è molto chiuso in Italia (e qui centra quel fenomeno assurdo chiamato “raccomandazione”) sia perché in Italia, essendo un paese molto “giovane” in materia di immigrazione, è molto difficile trovare un datore di lavoro che accetti che uno straniero svolga un lavoro come il mio, ad alta specificità.
C’è molta reticenza da questo punto di vista. Non credo sia razzismo, ma di sicuro l’ignoranza è diffusa.
Crede di avere raggiunto una posizione lavorativa soddisfacente?
Sì, senza esitazione, anche perché, come mestiere, ho sempre voluto lavorare nell’ambito dell’informatica. Ovviamente un uomo non può accontentarsi e non deve smettere mai di sognare, ma per ora va benissimo così.
Da quando è arrivato qui, lei crede che sia cambiato qualcosa nella capacità dei cittadini italiani di accogliere i cittadini stranieri?
Senz’altro, ma questo è soprattutto dovuto al fatto che i bambini stranieri di dieci anni fa hanno avuto la possibilità di andare a scuola e di conseguenza oggi hanno già fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro oppure stanno studiando all’università; quindi, rispetto alla generazione precedente, l’integrazione delle nuove generazioni è maggiore e più diretta.
Qual è l’ aspetto dell’Italia che le piace di più?
Mi colpisce tuttora l’entità, la persona italiana: lavoratrice, infinitamente capace di creare (pensiamo alla moda piuttosto che alle macchine). E’ una vostra qualità innata, che spero di acquisire anche io con il tempo.
Quali sono i suoi sogni?
Il sogno della mia vita lo sto vivendo. Ovviamente ho ancora dei progetti, fra i quali il più importante è quello di crescere nella mia attività, quindi assumere un lavoratore e diventare un imprenditore indipendente. Ma posso dire che sicuramente l’ho raggiunto il mio sogno, e che sto lavorando che farlo diventare sempre più grande.
Crede che l’INTEGRAZIONE possa essere una risorsa per il Paese?
L’integrazione è sicuramente una risorsa per il Paese, se ben gestita.
Mi spiego: con i tempi che cambiano, con l’evoluzione, ci saranno sempre più lavori che gli italiani non faranno facilmente (pensiamo alla badante piuttosto che all’infermiere); di conseguenza l’immigrazione, se non selvaggia, non potrà che portare ricchezza e più tasse nelle casse dello Stato.
Ma è importante sottolineare che l’integrazione deve essere BEN GESTITA; perché fare entrare chiunque, in qualunque modo, senza regole, non è positivo. Ai nuovi arrivati bisogna far capire che questo non è il loro Paese e che per integrarsi è necessario conoscere la lingua, accettare la cultura e le tradizioni, e lo stesso vale per gli italiani. Ma, in sostanza, l’integrazione ben gestita è di sicuro una ricchezza per lo Stato, senza dubbio.
Intervistato: Faustin Bille Eboa
Intervistatore: Giuseppe Danilo Perrini


N.B. Questa intervista è conforme al d.lgs. N°196 del 2003 sul corretto trattamento dei dati personali e tutela del diritto alla privacy. Il nome dell’intervistato è stato utilizzato previo suo esplicito consenso.









CONDOMINIO: DECISIONI PARTICOLARI E MAGGIORANZE IN ASSEMBLEA


Si avvicinano le date per le assemblee condominiali di approvazioni dei consuntivi e preventivi annuali, e come tutti gli anni la questione delle maggioranze assembleari per la regolare approvazione di una delibera condominiale è argomento di discussione continua.
La materia è regolata dal Codice civile, iniziando dall'articolo 1136.
Tale disposizione stabilisce i quorum necessari perché l'assemblea si possa considerare validamente costituita. In prima convocazione l'assemblea è regolarmente costituita con l'intervento di tanti condòmini che rappresentino i 2/3 del valore dell'edificio (millesimi) e i 2/3 dei partecipanti al condominio, mentre le deliberazioni sono valide se approvate con un numero di voti che rappresentino la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio.
In seconda convocazione (cioè in un giorno successivo alla prima convocazione, quando difficilmente si riesce a raggiungere le maggioranze di cui sopra) la delibera è valida se riporta un numero di voti che rappresenti 1/3 dei partecipanti al condominio e almeno 1/3 del valore dell'edificio (millesimi).
Dunque per l'approvazione del rendiconto annuale, per la ripartizione delle spese, per la manutenzione ordinaria e in genere per tutte le delibere che non richiedono maggioranze espressamente previste dalla legge in seconda convocazione è sufficiente la maggioranza degli intervenuti.
Ma per le materie cosiddette “particolari” (tra cui la nomina dell'amministratore e le riparazioni di notevole entità), quali sono le maggioranze corrette? La risposta, in questo caso, viene fornita dalla giurisprudenza che per tali materie afferma che l'assemblea può ritenersi validamente costituita con la partecipazione, in seconda convocazione, di tanti condòmini che rappresentino almeno la metà del valore dell'edificio (millesimi) e 1/3 dei partecipanti al condominio. Discorso analogo può ripetersi, poi, per le delibere di conferma dell'amministratore o di nomina di nuovo amministratore, per le quali occorre – secondo la Cassazione – una maggioranza che rappresenti almeno la metà del valore dell'edificio e che sia costituita dalla maggioranza degli intervenuti e da almeno 1/3 dei partecipanti al condominio.
Vi sono poi decisioni particolari all’interno del condominio che vanno prese in relazione a singole disposizione di legge, emanate per agevolare l'approvazione di determinati interventi.
Quindi a seguito del Dl 5/2001, con riferimento all'installazione di antenne satellitari o a seguito della Legge 13/89, in relazione all'installazione di un servoscala o di un ascensore per il superamento delle barriere architettoniche, è stata prevista una maggioranza di 1/3 dei partecipanti al condominio e almeno 1/3 del valore dell'edificio per approvare una decisione in merito. Così come a seguito della Legge 122/89, concernente la realizzazione di parcheggi pertinenziali, è stata prevista, sia in prima sia in seconda convocazione, la maggioranza degli intervenuti e la presenza di almeno la metà del valore dell'edificio.
Merita un cenno, infine, anche un altro argomento di discussione continua: la soppressione del servizio di portierato. Per assumere una decisione del genere la giurisprudenza ha ritenuto necessaria (Cassazione, sentenza n. 5083/93), in seconda convocazione, la maggioranza di cui all'articolo 1136 comma 5, del Codice civile (maggioranza dei condòmini che rappresentino i due terzi del valore dell'edificio).

Dott. Giulio Benedetti - Studio Benedetti Dottori Commercialisti
info@studiobenedetti.eu

LABORATORIO DI QUARTIERE MOLISE - CALVAIRATE


Che cos’è: è un luogo d’incontro tra abitanti e istituzioni, che permette loro di conoscere meglio il quartiere e di decidere insieme come migliorarlo; è anche un luogo d’ascolto per i cittadini, che svolge attività di sportello due volte la settimana. E’ articolato in gruppi di lavoro specifici, nei quali sono attivi i soggetti locali . Nel 2006 i gruppi erano 7 e il laboratorio si è impegnato nella realizzazione di una mappatura sociale ed edilizia del quartiere Calvairate- Molise, che è un’indagine sullo stato degli alloggi, la composizione dei nuclei familiari e la disponibilità degli inquilini alla mobilità. Questo rilevamento è utile per meglio localizzare gli interventi edilizi che hanno priorità ed assegnare alloggi adeguati alle famiglie del quartiere; fa parte di un programma di riqualificazione urbana per il recupero edilizio e sociale dei quartieri di edilizia pubblica da realizzarsi con l’aiuto degli stessi abitanti.
Nel 2007, invece, i gruppi di lavoro sono stati 4:
GRUPPO ERP: composto da ALER, Comitato Inquilini Molise Calvairate Ponti, SICET, Ass. Luisa Berardi e Caritas Decanale Romana-Vittoria. Ha lavorato per scrivere il protocollo d’intesa per il piano di mobilità, che prevede la possibilità di spostamento temporaneo o definitivo per gli inquilini che abitano gli stabili soggetti a ristrutturazione; inoltre si è impegnato per decidere come usare alcuni fondi residui per interventi sugli stabili Aler, nonché per partecipare all’Avviso di emissione del secondo bando regionale Contratti di Quartiere.
GRUPPO PROGETTO CORTILI 2: composto da A.O. Fatebenefratelli – Dipartimento di salute mentale, Centro-Psico-sociale viale Puglie 33, Cooperativa Sociale il Laboratorio Procaccini 14, Casa della Carità, Centro Ambrosiano di Solidarietà (Ce.A.S.), Comitato Inquilini Molise Calvairate Ponti e Caritas Decanale Romana-Vittoria. Questo gruppo lavora per l’elaborazione di un progetto che riguarda il tema dela salute mentale nel quartiere (assistenza a persone affette da disagio psichico in un cortile di Calvairate e uno di Molise).
GRUPPO MIGRANTI: composto da Comitato Inquilini Molise Calvairate Ponti e Ass. Luisa Berardi. Lavora come supporto agli altri gruppi per favorire il coinvolgimento delle comunità straniere rispetto agli interventi del Contratto di Quartiere.
GRUPPO COORDINAMENTO: è composto da tutti i soggetti attivi all’interno del Laboratorio.
Oltre a questi quattro gruppi di lavoro all’interno del Laboratorio si incontra e opera anche il TAVOLO TERRITORIALE MINORI coordinato per l’anno 2007 dalla Società Avventura Urbana e composto dal Comitato Inquilini, Ass. Luisa Berardi, CeAS, Cooperativa Comunità Progetto, Cooperativa Diapason, UNOPIA, CPBA, Servizi Sociali Minori e Famiglia zona 4, ASL, Scuola Media “Tito Livio” e I.C. “Tommaso Grossi”. Il Tavolo ha lavorato per organizzare un percorso formativo per i membri, nonché per promuovere la collaborazione alla progettazione di interventi a favore dei Minori.
Il contratto di quartiere: è un contratto che prevede, oltre al recupero degli edifici di zona, anche interventi sulle infrastrutture, la riqualificazione degli spazi pubblici, alcune azioni sociali e il miglioramento dei servizi. A proposito del recupero degli edifici, il laboratorio di quartiere ha avviato nel novembre 2006 degli interventi che prevedono il rifacimento delle facciate e delle coperture dei caseggiati del quartiere Molise, tali interventi dovrebbero terminare più o meno entro la fine di quest’anno; inoltre tra il 2008 e il 2012 verranno eseguiti interventi di riqualificazione dei palazzi dello stesso quartiere, che tra le altre cose prevedono la messa in opera di ascensori interni in tutte le scale, rifacimento degli impianti elettrici, idraulici e fognari, superamento delle barriere architettoniche.
Progetto asse verde: prevede una serie di interventi per la riqualificazione delle aree verdi incluse tra piazzale Martini e piazza Insubria, è stato avviato all’inizio del 2007 e dovrebbe giungere al termine all’incirca nell’aprile 2009.
Questo un breve sunto delle attività del laboratorio e dei progetti che sono già stati avviati o stanno per esserlo. E’ un luogo in cui ogni abitante può contribuire al miglioramento dell’ambiente in cui vive, esporre problematiche e proporre soluzioni, certo è il punto di contatto tra istituzioni e cittadino, nonché un mezzo per chi abbia particolari esigenze per far presente la sua situazione, sicuro di essere ascoltato. Ogni proposta, richiesta e quant’altro saranno sicuramente utili e ben accette perché nessuno può conoscere meglio un quartiere di coloro che lo vivono.
Il Laboratorio di quartiere è situato in piazzale martini 11
Tel: 025460142
e-mail: Ldq.MoliseCalvairate@comune.milano.it
Orari di apertura al pubblico : Lunedì: 15:00 – 19:00
Mercoledì: 9:30 – 13:00

LA LOTTA DEL TIBET PER IL DIRITTO ALLA LIBERTA’


Il Tibet è una nazione indipendente la cui storia risale al 127 a.C., ma nel 1950 è stato invaso dalla Repubblica Popolare Cinese che oggi lo occupa in modo illegale e repressivo. Il Dalai Lama, leader politico e guida religiosa del Tibet, ha tentato per otto anni di convivere pacificamente con gli invasori, ma la loro sistematica conquista del territorio ha provocato continui atti di repressione. Nel 1959 la resistenza è culminata in un’insurrezione popolare che l’esercito cinese ha represso con violenza uccidendo più di 87.000 tibetani. Il Dalai Lama, i membri del suo governo e circa altre 80.000 persone, hanno chiesto asilo politico in altri paesi asiatici .
Tra il 1959 e il 1965 Le Nazioni Unite hanno approvato tre risoluzioni per il Tibet e si sono dette preoccupate per le gravi violazioni dei diritti umani.
Tra il 1979 e il 1984 il Dalai Lama ha inviato delegazioni esplorative sia in Tibet che a Pechino per condurre colloqui con i leaders cinesi, ma l’ iniziativa non ha ottenuto il successo sperato, infatti il rientro in patria del leader tibetano è stata l’unica proposta che la Cina sia riuscita ad avanzare.
Nel 1987 sempre il Dalai Lama ha presentato il Piano di Pace annunciando un’apertura verso i cinesi, che però hanno continuato a considerare la questione tibetana come una questione solo del Dalai Lama, quando invece, ed è stato Sua Santità stesso a ad affermarlo, il problema tibetano non riguarda solo lui, bensì il benessere di sei milioni di persone.
Ancora oggi il Tibet combatte contro oppressori che negano al suo popolo diritti considerati inalienabili; le cronache di questi ultimi mesi riportano notizie di continue manifestazioni che si concludono troppo spesso con dimostranti feriti, o peggio, uccisi. Il 14 marzo 2008 i dimostranti tibetani hanno danneggiato le proprietà degli han cinesi a Lhasa e il 27 dello stesso mese si sono rivolti contro apparati del Governo, delle forze di sicurezza e del partito Comunista; dopo questa data è iniziata una lunga serie di arresti che ha portato alla cattura di molti dei partecipanti alle manifestazioni avvenute tra in 10 e il 18 marzo. Inoltre è stato avviato in tutte le scuole e i monasteri un progetto di “rieducazione patriottica”, il cui programma prevede che i monaci urlino pubblicamente slogan contro il Dalai Lama e la loro lealtà alla Cina. Le forze di sicurezza cinesi perquisiscono le case in cerca di immagini di Sua Santità il Dalai Lama che, se trovate, vengono sequestrate e bruciate. Il 29 marzo a Lhasa c’è stata un’altra manifestazione; il 3 Aprile altri monaci e studenti sono stati feriti, almeno un altro monaco è stato ucciso e questi sono solo pochi stralci di ciò che ci sta giungendo ad opera del Paese che ospiterà le Olimpiadi: l’evento sportivo per eccellenza, nato proprio per favorire la pace.
Di fronte a tutto ciò le Regionali Umaniste e tutti gli umanisti europei, nordamericani, sudamericani e asiatici, condannano le repressioni sanguinose e denunciano la politica degli USA, nonché quella dei gruppi legati all’industria degli armamenti, che incoraggiano in tutto il mondo azioni destabilizzanti solo ed esclusivamente per meri interessi economici. La questione fondamentale sta nella difesa della storia e della cultura dei popoli, compreso il diritto a praticare il proprio credo religioso. Per avviare un processo davvero nuovo e costruttivo è necessario considerare l’essere umano in quanto tale, eliminando la cecità dovuta alla discriminazione razziale, religiosa, di classe e di sesso, perché il rispetto dei diritti di tutti vada al di là degli interessi materiali del singolo. Il movimento umanista chiede che i governi e i leaders delle opposte fazioni siedano e ascoltino le esigenze di chi sta loro di fronte per cercare una soluzione che renda tutti un po’ più liberi, e si propone, tramite i Portavoce Regionali o una delegazione internazionale delle regioni Europa, Latinoamerica, Nordamerica e Asia, come mediatore tra il governo cinese e i leaders tibetani. Sempre nella speranza che la storia insegni qualcosa sarebbe bene che i governi europei, gli USA, le grandi industrie e i leaders delle due fazioni in lotta ricordino quanto Kant già scrisse nel 1793: che“Il diritto è la limitazione della libertà di ciascuno alla condizione del suo accordo con la libertà di ogni altro, in quanto ciò è possibile secondo una legge universale.”
Che cosa è stato fatto : Sabato 19 aprile 2008 in piazza del Duomo a Milano, le associazioni "Students for a free Tibet", "Centro delle Culture", "la Casa del Tibet" e "Italia-Tibet", insieme alla "Nazionale Italiana Cantanti", hanno organizzato un evento di solidarietà con il popolo tibetano per ribadire il proprio sì alla pace e al dialogo tra i popoli.
L’obiettivo dell'evento è quello di riportare l'armonia tra la comunità tibetana e quella cinese. Per questo ad ogni partecipante è stato offerto un palloncino colorato e chiesto di unirsi alla creazione di un grande simbolo della pace umano con i colori della bandiera del Tibet. Dopo la creazione del simbolo, i palloncini sono stati liberati rappresentando simbolicamente la speranza della risoluzione di questo e di tutti i conflitti.
Durante l'evento è stato letto il messaggio di pace che il Dalai Lama ha rivolto alla Cina e al mondo ed è stata esposta una gigantesca bandiera tibetana.


LA CRISI IN KENYA RISCHIA DI METTERE IN GINOCCHIO UN’INTERA REGIONE


Lo stato del Kenya si trova nella zona orientale dell’Africa e ha raggiunto l’indipendenza dalla Gran Bretagna circa 15 anni prima rispetto agli altri paesi; qui la convivenza tra etnie diverse non è mai stata un sogno irrealizzabile, sono anni che le tribù vivono fianco a fianco, che i loro bambini frequentano le stesse scuole e forse è proprio per questo che l’economia keniana è fondamentale ed esemplare per tutta la regione. Ma dallo scorso dicembre qualcosa è cambiato: gli elettori sono stati chiamati al voto per le elezioni presidenziali, i due candidati sono il presidente uscente Mwai Kibaki, di etnia kikuyu, e Raila Odinga, di etnia luo. Kibaki vince per soli 230 mila voti e succede il disastro: Odinga accusa Kibaki di aver falsato le elezioni e i suoi sostenitori scendono in piazza; tra le due etnie iniziano giorni di efferata guerriglia che hanno già provocato centinaia di morti e gravi danni all’economia del paese. L’economia di Nairobi oltre ai danni delle devastazioni rischia di pagare il prezzo per la perdita di fiducia da parte del turismo occidentale, che rappresenta l’unica risorsa economica del paese in alternativa all’agricoltura.
Nel 2002 Kibaki vinse le prime elezioni libere del paese dopo anni di dominio autarchico di Daniel arap Moi, fu l’uomo del cambiamento democratico che sviluppò l’istruzione pubblica e i servizi economici del paese, ma il grande problema del Kenya è sempre stata la corruzione a cui Kibaki aveva promesso porre fine. Oggi è Odinga che si presenta alle elezioni con lo stesso grande scopo, ma senza avere grandi garanzie alle spalle se non quella di essere un volto nuovo. Il fatto è che i due candidati hanno deciso di combattere la loro battaglia per il potere con armi molto pericolose, hanno alimentato la fiamma delle differenze etniche, creando così un problema là dove non c’era e se c’era era comunque sotto controllo.
Gli Stati Uniti e l’Unione Europea cercheranno di avviare una mediazione, ma non sarà semplice: i due candidati non sembrano avere intenzione di riconciliarsi, nonostante Kibaki si sia detto disposto al dialogo appena sarà tornata la calma, e abbia comunicato di essere disposto a un governo di coalizione appoggiato da Stati Uniti e Unione Europea. Di contro Odinga chiede che vengano ripetute le elezioni alla presenza di osservatori internazionali che ne controllino il regolare svolgimento. Risultato: la Banca mondiale annuncia che la crisi potrebbe avere gravi conseguenze economiche su tutta la regione… si spera solo che questa lotta per il potere non abbia scatenato un effetto domino di proporzioni incalcolabili o sarà sempre più difficile riuscire ad aiutare l’Africa.

IL MOVIMENTO UMANISTA A FAVORE DEL KENYA
Si è parlato del Kenya e di una campagna politica diventata lotta tra tribù, ma il vero problema non è questo: è quello di una gran maggioranza di persone che vive in condizioni pessime al contrario di una piccolissima minoranza che possiede ogni bene di lusso desiderabile…
Per questo il Movimento umanista in tutto il mondo denuncia l'azione dei politici che si sono messi in gioco alimentando il fuoco delle differenze tribali e che non vogliono fare luce sui veri responsabili. Sono i vecchi poteri coloniali che hanno creato questo sistema manipolatore mettendo da parte i problemi come la povertà, l’educazione, la salute e l’aspirazione a una vita degna di tale nome; questo è un sistema in cui i Kenyans hanno accesso al potere politico, ma non alle risorse economiche, che sono controllate da entità esterne.
Vogliamo denunciare il fatto che i vecchi poteri coloniali e gli USA guardino la situazione senza fare nulla perchè in tutto questo non riusciamo che a vedere una strategia del genocidio che lascia morire ogni anno milioni di esseri umani di Malaria e AIDS, mentre queste malattie potrebbero essere tranquillamente curate.
Denunciamo una strategia che utilizza mano d’opera a buon mercato, senza diritti né protezioni, sfuggendo a ogni controllo economico.
Denunciamo Mwai Kibaki e Raila Odinga per essersi lasciati manipolare fino a questo punto, per non insistere a voler risolvere questo conflitto con la non violenza, ma ciò che ci rattrista di più è che sanno quello che fanno e lo fanno per interesse personale…
La situazione ormai è arrivata ad un punto in cui qualche parola non basta più per sciogliere i nodi che si sono formati e allora è il momento perché chi può faccia la sua parte ed è per questo chiediamo ai Kenyans di formare dei comitati di non violenza; chiediamo a tutti gli Umanisti africani di unirsi alla lotta per mettere fine al neo-colonialismo e per insistere sull’annullamento del debito del terzo mondo, fraudolento e illegale; chiediamo ai governi africani di rompere il silenzio, di non voler prendere parte a questo neo colonialismo, di mostrare solidarietà verso il popolo del Kenya e soprattutto di negare ogni sostegno militare a favore di qualsiasi delle parti in lotta; chiediamo che le ingerenze provenienti dall’esterno cessino, affinché l’Africa possa trovare finalmente i mezzi per risolvere i propri problemi. Chiediamo infine ai Governi dell’Ovest di togliere gli “artigli” dall’Africa e di trovare nuove soluzioni per soddisfare i loro interessi in materia di petrolio e risorse minerarie. A questo punto, se tutta questa situazione sfocerà nella necessità di nuove elezioni, noi saremo pronti ad aiutare per ogni cosa utile che la comunità internazionale potrebbe augurarsi.
E’ anche vero che qualcosa l’abbiamo già fatto: venerdì 15 febbraio a Roma c’è stato un piccolo sit-in vicino all’ambasciata Keniota, durante il quale due nostri rappresentanti sono riusciti a parlare col Ministro Console che, dopo aver ricevuto il depliant del Centro delle Culture e ascoltato la posizione del Movimento Umanista, si è detto d’accordo con le nostre idee e ci ha ringraziato per il sostegno dimostrato verso il suo Paese dicendoci anche che siamo stati gli unici, oltre la chiesa, a dimostrarsi solidali. Siamo riusciti anche a parlare brevemente con l’ambasciatore, giusto il tempo necessario per conoscerci, ma è un buon inizio, adesso non ci resta che guardare oltre e andare avanti per questa strada!.

PERCHE' TANTO SPAZIO SPRECATO


Biblioteca comunale via Oglio: un ambiente con enormi potenzialità.
Di questo quartiere possiamo davvero dire di tutto, ma è innegabile che la nostra biblioteca sia una tra le più gettonate, e non solo dagli studenti… Durante il giorno alcune sale della biblioteca sono a disposizione delle scuole perché i bambini facciano le esperienze più diverse, e questa è un’iniziativa davvero apprezzabile, però quello di cui l’organizzazione sembra non accorgersi è che in quegli ambienti avvengono anche altri tipi di attività che possono essere sviluppate ed incoraggiate.
Sto parlando dei tornei di scacchi che organizzati nel tardo pomeriggio da alcuni frequentatori abituali; degli studenti universitari che trascorrono in quegli ambienti gran parte della loro giornata; degli anziani che con la scusa di leggere il giornale cercano qualcuno con cui scambiare due parole e un po’ di compagnia. Parliamo anche di spazi: all’interno della biblioteca ci sono due enormi sale che fino all’ultima ristrutturazione erano piene di studenti, ora una delle due è stata dedicata ai bambini e chi studia è costretto in uno spazio sempre più ridotto. Fuori dalle sale della biblioteca c’è un giardino che sembra abbandonato a se stesso, le persone ci escono per fumare o per una pausa caffè, in estate c’è chi lo sfrutta per pranzare, e allora perché non cercare di sistemarlo? Si possono mettere dei tavoli o almeno delle panchine così nessuno sarà più costretto a sedersi sui muretti, visto che è un luogo sfruttato, perché non valorizzarlo? Ma parliamo dei servizi, ad esempio di internet: non si può scaricare nulla dalla rete, ma non si può neanche mandare una mail con un allegato, l’unico mezzo per trasferire dati da o su un computer è il floppy, e oggi, su un floppy è già tanto che ci stia un documento word; la biblioteca mette a disposizione dei computer utili ai bambini per scrivere le ricerche e usati da adulti e ragazzi per consultare il web, ma a che scopo se non si può scaricare niente e stampare è una missione quasi impossibile? Sicuramente i motivi di sicurezza per cui è stato inibito il trasferimento dei dati sono più che validi, ma, a questo punto, perché non pensare a una linea wireless e a delle prese telefono vicino ai tavoli studio? La cosa che ha sorpreso tutti, dopo la ristrutturazione, è stata l’idea di spostare la sala dedicata ai bambini adiacente a quella dedicata agli studenti: siccome è impensabile e ingiusto obbligare un bambino che gioca a fare silenzio, com’è pensabile che chi studia non sia infastidito da questo? Domanda a cui ancora non è stata data risposta…. Dalla ristrutturazione durata due mesi e terminata nel febbraio 2007 ci si aspettava davvero qualcosa in più, in realtà è stata cambiata la disposizione dei libri e sono state invertite la sala per i bambini e quella per la lettura di giornali e riviste, con quale logica ancora non si sa, ma polemiche a parte, quel qualcosa di davvero nuovo che consentisse di modificare i locali così da portarli al passo coi tempi non è stato fatto, se avessero lasciato le cose com’erano sarebbe stato meglio e nessuno si sarebbe illuso, anche solo per un attimo, che qualcuno si fosse accorto dell’importanza di quel luogo….
Non è necessario fare chissà che cosa, gli utenti sono davvero tanti e affezionati, perché non iniziare a fare qualcosa per loro? Ad esempio i tornei di scacchi, perché non organizzarne di ufficiali a scadenze regolari? Perché non organizzare in prima serata (la biblioteca chiude alle 19.45) qualche incontro culturale, discussioni letterarie, dibattiti teatrali a cui chiunque, giovani e meno giovani, italiani e stranieri, possa partecipare? Lo spazio per farlo c’è e probabilmente darebbe il giusto peso a questo ambiente sottovalutato da tutti tranne dai suoi frequentatori.

CAMPAGNA NESSUNO TOCCHI PIERINO


“Nessuno Tocchi Pierino” è una campagna europea del Movimento Umanista. Nasce con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sulla pericolosità dell'uso di psicofarmaci in età infantile e di mettere in discussione il concetto di “patologia mentale”. Pone l'attenzione sulle reali cause dei disagi infantili da rintracciare nella società, nella famiglia, nel sistema educativo, nella concezione dell'essere umano e nel concetto di salute.
Il nostro progetto ha trovato consenso tra medici, psicologi, psicoterapeuti, avvocati, docenti, genitori e associazioni.

CHE COSA E’ STATO FATTO

In poco più di un mese La Tribù di Bresso (MI) , ( Rete di genitori Umanisti ) ha terminato la raccolta delle 500 firme necessarie a presentare la petizione in comune per la campagna Nessuno Tocchi Pierino,la raccolta firme è iniziata sabato 15 settembre 2007 a Bresso e terminata giovedì 25 ottobre giorno in cui le 500 firme sono state portate in comune, con questa petizione si chiedeva
al Comune di impegnarsi ufficialmente, attraverso una mozione (già espressa tra l’altro dal Comune di Firenze), a limitare la commercializzazione del Ritalin e a predisporre una corretta campagna di informazione sul territorio inerente il pericolo della somministrazione di psicofarmaci ai bambini e adolescenti.
Evidenziano inoltre il rifiuto di qualsiasi screening o test psicologici all’interno delle strutture scolastiche senza il consenso informato dei genitori.
Le 500 firme sono state registrate come atto ufficiale , il sindaco di Bresso si è impegnato a discutere e, nel caso, a far approvare dal consiglio comunale la mozione contro il Ritalin nel mese di gennaio 2008 . Entro Febbraio 2008 il comune si impegnerà a organizzare un incontro pubblico dove si potranno invitare esperti a spiegare il pericolo dell’uso di psicofarmaci sui bambini. Pubblicizzeranno inoltre la serata anche negli asili nido.


CHE COSA E’ L’ADHD?

Ela sindrome della manacanza di attenzione e iperattività, in realtà una sindrome inventata di cui soffrirebbe la maggior parte dei bambini e degli adolescenti, l’unica malattia nella storia che può essere diagnosticata da chiunque :
insegnanti, consulenti scolastici, assistenti, direttori , allenatori e genitori, attraverso un ridicolo tst a punti. Ecco alcune delle domande del test:
- Muove spesso le mani o i piedi o si agita sulla sedia?
- Ha difficoltà a giocare quietamente ?
- Spesso chiacchera troppo ?
- Spesso sembra non ascoltare quanto gli viene detto ?

La proposta di legge , già pronta per essere votata, prevede la distribuzione capillare in tutte le scuole del test, che dovrà essere usato dagli insegnanti.
Poi con l’aiuto di psichiatri e assistenti sociali,i bambini etichettati come malati mentali, verranno “ curati” con il metilfenidato.

COSA E’ IL RITALIN?

Il Ritalin (metifenidato ) è un’anfetamina prodotta dalla Novartis, che oggi costituisce il 90% delle cure somministrate ai pazienti affetti da ADHD.
Il Ritalin è una droga che produce assuefazione, classificata come una sostanza della stessa classe dei narcotici come eroina , morfina e cocaina.
La teoria è che se i bambini sono iperattivi, basta dare loro ulteriore velocità e saranno normali : il famoso e mai provato “ effetto paradossale”.
In realtà gli effetti a lunga scadenza del Ritalin dato ai bambini , non sono mai stati studiati, né è mai stato dimostrato che migliora l’apprendimento , quello che si è evidenziato invece è una relazione tra l’uso di Ritalin nell’infanzia e l’abuso di droghe nell’adolescenza. Ecco solo alcuni degli “ effetti indesiderati”: arresto cardiaco, mania psicosi, allucinazioni, ansia, nervosismo, insonnia, depressione , convulsioni, comparsa di tic nervosi e ancora ….anoressia, nausea, vomito, alterazione della produzione dell’ormone della crescita perdita di peso, arresto o ritardo della crescita , ridotta capacità di comunicare e socializzare e soprattutto…..Peggioramento dei sintomi caratteristici dell’ADHD.

CHI SONO I RESPONSABILI ?

La casa Farmaceutica Novartis è la multinazionale svizzera che produce il Ritalin.
Nel 1989 il metilifenidato era ritirato dal mercato Italiano ma nel 2000 il ministero della sanità ha richiesto espressamente alla ditta produttrice, la Novartis appunto, di intraprendere i passi necessari per re- immetterlo nel mercato Italiano.
La reintroduzione del farmaco in Italia arriva alla fine della ricerca chiamata” Progetto Prisma “. Partito nel 2002, finanziato dal ministero della salute e attivato con la supervisione dell’istituto Superiore della Sanità, promosso dall’Istituto di Neuropsichiatria infantile Medea di Lecco, il progetto Prisma( progetto Italiano salute mentale adolescenti ) ha analizzato la percentuale di ragazze e ragazzi che vivono in condizioni di persone , in età compresa tra i 5 e i 14 anni.
Il 9,1 % del campione soffrirebbe di disturbi psichici e iperattività. Il referente per il progetto è l’istituto di Neuropsichiatria infantile Stella Maris di Pisa che ha un protocollo di intesa con la Eli Lilly ( multinazionale farmaceutica di Indianapolis, distributrice del Prozac ).
Si stimano in almeno un migliaio i bambini in cura.
Dal marzo 2003 il Ritalin è passato dalla fascia di sostanze stupefacenti a quella dei farmaci prescrivibili dal medico. Ora è di nuovo nella classe degli stupefacenti. In Italia , in realtà, non si è mai smesso di fare uso del farmaco( attraverso il mercato nero o richiedendo al ministero attraverso un complicato iter ).

IL NOSTRO PUNTO DI VISTA

La vivacità fisica e mentale è la speranza per il futuro dell'umanità.
Dove c'è un bambino che scalpita, freme, si agita, protesta, c'è la vita; dove la vivacità viene punita, sedata, arrestata, male interpretata, etichettata come non normale, ci sono rassegnazione, violenza, negazione del futuro, disumanizzazione. Dove c'è un bambino che soffre, deve esserci un adulto che vuole comprendere quella sofferenza, che vuole trasformare se stesso e, in definitiva, il mondo che lo circonda, perché impedisce lo sviluppo completo delle nuove generazioni.
I bambini cosiddetti iper-attivi, quindi, evidenziano le contraddizioni di questo sistema, ci dicono che qualcosa non va. Inoltre il loro comportamento, descritto sempre e soltanto negativamente, presenta, a nostro avviso, caratteristiche interessanti.

informazioni :
www.nessunotocchipierino.it
e-mail : info@nessunotocchipierino.it
www.webmov.org

UN FUTURO SENZA ATOMICHE


La messa al bando delle armi nucleari è un’aspirazione condivisa da tutta l’umanità.
Le armi Nucleari vanno smantellate oggi, prima di usarle; dopo sarebbe troppo tardi.
Per questo lanciamo una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che dichiari l’Italia “ Paese libero dalle armi nucleari”, come sono già varie aree del pianeta: l? America Latina, il Pacifico Meridionale ( Australia compresa ), il Sudest asiatico, l’intera Africa , l’Antartide e anche singoli stati come l’Austria e la Mongolia. Potremo inoltre seguire l’esempio di Paesi Nato come la Grecia , l’Islanda , la Danimarca e il Canada, che hanno rimosso le atomiche dal loro territorio senza conseguenze sui trattati internazionali.
In questo modo potremo contribuire noi ad avviare una politica internazionale di distensione e di pace.

IL RISCHIO ATOMICO IN ITALIA

Oltre mezzo secolo fa ,Bertrand Russell e Albert Einstein lanciarono un appello ai popoli del mondo perché affrontassero il fatto che ci troviamo di fronte a una scelta netta , terribile ed inevitabile : “ Dobbiamo porre fine alla razza umana, o l’umanità è disposta a rinunciare alla guerra? “

12 città a rischio Atomico

Augusta, Brindisi, Cagliari, Castellamare di Stabia, Gaeta, La Maddalena , La Spezia , Livorno, Napoli , Taranto , Trieste , e Venezia sono porti in cui accordi bilaterali autorizzano l’approdo di sommergibili e navi a propulsione nucleare.



PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

Art.1 -obbiettivi e Finalità

Il territorio della repubblica italiana , ivi compresi lo spazio aereo, il sottosuolo e le acque territoriali, è ufficialmente dichiarato “ zona libera da armi nucleari”.

Il transito e il deposito, anche temporaneo, di armi nucleari e di parti di armi nucleari non è ammesso nessuna circostanza sul territorio della Repubblica , così come individuato al comma 1.

Il governo provvede ad adottare tutte le misure necessarie , sia a livello nazionale che internazionale, per assicurare la piena applicazione del presente articolo entro e non oltre il termine di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

http://www.unfuturosenzatomiche.org/
Per Info : Enza
Mail : zeza782000@yahoo.it

DAL QUARTIERE


Per la prima uscita di questo giornale sono state fatte diverse interviste tra i negozianti del quartiere tra Piazza Insubria e Piazza Salgari precisamente sono stati toccati diversi negozi : Phone Centers , salumeria , fruttivendolo , parrucchieri, ferramenta , merceria , pizzeria ecc tutti negozi situati tra via Sebino, piazza Insubria, via Faa di Bruno e Ciceri Visconti.
I negozianti intervistati lamentano un netto peggioramento del quartiere , è aumentata la delinquenza , gli scippi, c’è molta maleducazione, è un quartiere con molte case popolari in cui l’80 % delle persone è abusivo. Il nostro quartiere è abitato da stranieri e anziani, questi ultimi i quali si vedono poco in giro perché a causa della delinquenza hanno paura a uscire, c’è molta sporcizia, in strada viene buttato di tutto , lavatrici, mobili, senza chiamare l’Amsa per cui gli ingombri rimangono li per molto tempo , molta inciviltà cacche di cane per strada, gente che si ubriaca di notte e poi non fa altro che pisciare per strada, prostituzione, continue risse che avvengono nelle vie vicine a piazza Insubria….Ciò causa molta paura nella gente che con il passare del tempo vende sempre di più i propri appartamenti , come si può vedere dai continui cartelli di vendita in particolare modo in via Ciceri Vìsconti al numero 14. La gente del quartiere e i commercianti vedono come unica soluzione la fuga , sperano di poter andare a vivere in una zona migliore e al più presto.
Nonostante tutti questi problemi nel quartiere non si vede il responsabile del consiglio di zona.. Tra l’altro oltre il continuo degrado del quartiere la vita è resa impossibile dal fatto che i prezzi delle case sono più alti e ciò non fa altro che aumentare la delinquenza, la gente non sa più come arrivare a fine mese, con l’incremento della popolazione straniera nel quartiere (che ovviamente ha i propri usi e costumi) in alcuni negozi italiani c’è difficoltà a vendere , come nei negozi di abbigliamento o mercerie dove lo straniero difficilmente entra e acquista abbigliamento italiano .
Molti attribuiscono la situazione del quartiere alla politica che non fa niente e negli anni anche se si cambia governo continua a peggiorare.
Un altro problema del quartiere sono i continui lavori che ci sono in piazza Insubria, che, secondo alcuni commercianti, sono relativi alla riqualificazione della zona con nuovi giardini pubblici e una pista ciclabile che inizialmente doveva arrivare fino a piazza del duomo mentre ora si fermerà a Porta Vittoria…Tutto molto bello se non fosse che i lavori durano da parecchi mesi , di sicuro abbiamo superato i 6 mesi, e degli operari non si vede quasi più traccia….. lavori che sarebbe stato bello fossero finiti prima dell’estate , per poter portare (visto il degrado del quartiere) i propri bimbi a giocare e in un luogo sereno ( almeno durante la giornata ) .
Oltre ai continui lavori di piazza Insubria , ci sono continui lavori di riqualificazione del quartiere come i parcheggi , tra piazza Insubria e via Faa di bruno che rendono sicuramente dal punto di vista estetico più bello il quartiere, peccato che per bellezza i parcheggi sono diminuiti più del 50 % , aumentando traffico e inquinamento , inoltre il marciapiede si è ristretto e se ci dovessero passare due carrozzelle sarebbe impossibile.
Molti negozianti vorrebbero in questo quartiere più controlli , e un ritorno ai vigili di quartiere ,
( che ci sono stati per un breve periodo e a detta di molti c’era più tranquillità ) c’è chi invece avendo vissuto la sua infanzia in questo quartiere ha sperimentato in prima persona il cambiamento e si sente sensibile e vicino agli anziani (che sono molto soli spesso sono vittime di scippi e truffe) e vorrebbe che in quartiere ci fossero strutture pronte ad aiutare gli anziani del quartiere sia dal punto di vista fisico che morale.

Durante questa intervista quando mi sono trovata a chiedere che cosa si potrebbe fare per risolvere tutti i problemi del quartiere e in che modo e a chi si potrebbero denunciare i problemi di quartiere , ho trovato molta difficoltà da parte della gente, dei negozianti a proporre qualcosa , non c’erano immagini ed entusiasmo al riguardo, la gente era molto arrabbiata e rassegnata, ho trovato molta rassegnazione molti rispondevano che tanto non sarebbe cambiato niente , e a mio parere mentre nessuno fa niente la situazione continua a peggiorare noi diventiamo solo dei complici così ho cercato di proporre qualcosa io , di fare io qualche proposta e alla domanda: “se facessimo una raccolta firme da presentare in comune o al consiglio di zona dove si chiede più sicurezza aderireste?”…Tutti hanno detto di sì. Almeno questo è positivo

CASCINA COLOMBÈ DI SOPRA E DI SOTTO

Ai margini del parco Alessandrini costruito nel 1969 con una superficie di 172.000 mq ,( ingresso da via Varsavia , via Bonfadini, Via M.te Cimone , v.le Puglie ) e poi inaugurato nel 1980 che deve il suo nome al giudice Emilio Alessandrini , assassinato nel 1979, si trova la settecentesca Cascina Colombè (di sopra e di sotto) , insediamento rurale posto sulla strada che conduceva a Linate e Paullo e che probabilmente deve il suo nome alla presenza di una colombaia . Il lato nord della cascina Colombè è divenuta proprietà Comunale nel 1958 e dovrebbe utilizzata dal consiglio di zona per i servizi sociali. In realtà da un sopralluogo da noi effettuato solo una parte della cascina è utilizzata e secondo le persone del quartiere, all’interno si svolgono ben poche attività…Oggi viene utilizzata dal comitato orti parco alessandrini , comitato formato da pensionati a cui il comune ha ritagliato all’interno del Parco Alessandrini e a pochi metri dalla cascina Colombè degli orti a uso privato pagando al comune una piccola somma , di altre attività sociali non si hanno notizie non c’è niente che faccia pensare a attività sociali all’interno, lo striscione “ V festa degli orti Parco alessandrini 16 settembre” ad oggi è rimasto ancora appeso al suo interno .
L’altro lato è totalmente distrutto, ha al suo interno solo gli alberi che con il passar del tempo continuano a metter su radici e a salutare la gente che passa intorno al parco dalla finestra.
Continuando a parlare con la gente de quartiere si viene a conoscenza che circa 15 anni fa la cascina se pur parte del comune era totalmente abbandonata, così alcuni commercianti della zona si erano attivati per pulirla e renderla un luogo accessibile , alcuni negozianti proprietari di Bar avevano donato delle sedie dopo il rinnovo dei propri locali, chi aveva donato un jubox per ascoltare musica , venivano così organizzate delle vere e proprie feste , cene , ognuno portava qualcosa oppure pagava le spese di costo del cibo, insomma era diventato un vero e proprio posto di ritrovo dove all’interno ci stavano parecchie persone , peccato che poi furono mandati via dal comune perché la loro attività era considerata di interesse personale e non piuttosto una buona iniziativa per il sociale da migliorare anche con l’aiuto del comune. A tutt’oggi però, non pare che vi siano serie intenzioni di recuperarla.